Definizione: con l’espressione cybersquatting (detta anche domain grabbing, da to grab=ghermire) si indica il fenomeno di acquisizione della titolarità di nomi a dominio corrispondenti a nomi generici, marchi altrui o nomi di persona al fine di rivenderli o trarne comunque profitto.
Alcuni distinguono fra cybersquatting e domain grabbing. Più specificatamente, il primo avrebbe ad oggetto nomi generici o di persona, il secondo concretizzerebbe una ipotesi di concorrenza sleale. Pertanto, il domain name registrato sarebbe uguale o assai simile alla denominazione o al marchio di titolarità di un terzo soggetto.
In altri termini, dunque, con le espressioni di cui sopra viene definita l’occupazione arbitraria di siti: ciò può avvenire a scopo di mero disturbo, ma altresì per compiere illeciti concorrenziali sfruttando l’univocità dei nomi a dominio.
Tale pratica è sorta negli Stati Uniti sul finire degli anni novanta, ma ormai è diffusa ovunque e sembra in continua crescita.
Approfondimento sul cybersquatting
Lo squatting consiste nell’occupazione di terreni o edifici abbandonati, solitamente motivata da ideali o fini politici o sociali, ma anche da motivi di opportunità (ad esempio, reperire un luogo ove nascondersi). Il cybersquatting, similmente, consiste in una sorta di occupazione di nomi a dominio, solitamente corrispondenti o simili a marchi noti. Il cybersquatter, così, può ricavare un profitto dal nome a dominio semplicemente rivendendolo a terzi oppure a chi è titolare del marchio. Ciò avviene poiché l’assegnazione dei domain names è regolata dal principio del first come, first served. Pertanto, “chi tardi arriva, male alloggia”.